di Palu Betty Love
Nel 1500 il termine still-life non era sicuramente molto in voga, eppure definisce perfettamente le Teste Composte di Giuseppe Arcimboldo. Ritratti grotteschi, dal gusto burlesco eseguiti combinando tra loro, in una sorta di Trompe-l’oeil, oggetti e elementi dello stesso genere (frutta, verdura, pesci, uccelli o libri) collegati metaforicamente al soggetto rappresentato, per screditarne il ritratto stesso.
Una riproduzione di soggetti poli-sensoriali che privilegia la vista come senso esclusivo caratterizza anche le fotografie di Richard Burbridge. Abiti-alimenti, sotto i quali si celano styling con cascate di pomodoro e di lattughe, frutti che non profumano, verdure prive di gusto, carni insensibili, crostacei senza vita e caramelle simili a farmaci. Si tratta di creazioni che interpretano il cibo non per rappresentare la ricchezza o l’opulenza della nostra società: sono scatti di denuncia nei confronti delle nuove ossessioni alimentari e dell’immaginario stereotipato del corpo della donna.
E voi con quale cibo vi vestireste?